[Notizie_interesse] Notizie di interesse del 22/2/2018
Notizie di interesse Coordinamento Agenzie Fiscali UNSA (SALFi)
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Gio 22 Feb 2018 10:07:14 CET
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22 Febbraio 2018
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Notizie di Interesse
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Imprese, controlli meno 'invasivi'
Autore: Marco Mobili e Giovanni Parente
Fonte: Il Sole 24 Ore pag: 4
Ieri il Mef ha messo in consultazione sul proprio sito il decreto sui
prezzi di trasferimento . Parliamo del provvedimento che consente di
ottenere il rimborso delle maggiori imposte italiane nel caso di
rettifiche di transfer pricing su consociate estere. Nel testo figurano
anche le linee guida Ocse tradotte in italiano. Il documento sarà in
consultazione fino al prossimo 21 marzo. Le imprese che affrontano la
sfida dei mercati internazionali da tempo denunciano le difficoltà nei
confronti del Fisco, soprattutto in relazione alla determinazione dei
prezzi di trasferimento. Chiedono regole più uniformi sul territorio e
suggeriscono di creare all'interno dell'Amministrazione finanziaria di
team specializzati in grado di garantire, anche a livello territoriale,
adeguate competenze in materia e sui profili operatori del macro
settore del contribuente controllato. Due passaggi necessari sono la
semplificazione degli oneri documentali e la revisione del regime
sanzionatorio. (Ved. anche Italia Oggi: 'Prezzi di trasferimento chiari'
- pag. 26)
Semplificazione sui costi carburanti per le partite Iva
Autore: M.Mo. e G.Par.
Fonte: Il Sole 24 Ore pag: 4
Il viceministro all'Economia, Luigi Casero ha annunciato che è allo
studio un meccanismo per semplificare l'eliminazione della scheda
carburanti in calendario dal prossimo 1°luglio. L'idea è quella di
predisporre un sistema per tutte le partite Iva che pagheranno con
moneta elettronica e che dovrebbero attendere la fattura elettronica da
parte della stazione di servizio. 'La digitalizzazione dovrebbe servire
a semplificare e non a complicare la vita agli operatori' ha detto
Casero. Per questo i tecnici stanno studiando un sistema leggero che a
fronte del pagamento in moneta elettronica possa portare a un
automatismo nell'emissione della fattura elettronica sulla base dei
dati prodotti dalla strisciata della carta e magari aggiungendo il
numero di partita Iva dell'acquirente.
Compensi distinti per dribblare l'Irap
Autore: Gianfranco Ferranti
Fonte: Il Sole 24 Ore pag: 21
Per evitare l'assoggettamento all'Irap il commercialista deve provare
che non si è usata la struttura organizzata. L'imposta non potrà
riguardare l'attività di sindaco o revisore svolta dal professionista
all'esterno dello studio professionale. A tal fine, dunque, i compensi
derivanti dall'attività di dottore commercialista e quelli relativi
all'attività di sindaco, amministratore o revisore di società devono
essere distinti. A ribadirlo la Corte di cassazione con l'ordinanza n.
3790/2018. Secondo i giudici di legittimità se l'attività di
amministratore è svolta senza utilizzare un'autonoma struttura
organizzativa, ma avvalendosi di quella della società, va assoggettato
all'Irap solo il valore della produzione derivante dall'attività
professionale autonomamente organizzata. E' necessario, come
anticipato, che il professionista distingua con certezza i compensi
derivanti da ciascuna attività. Requisito fondamentale per applicare
l'Irap è che il contribuente sia il responsabile dell'organizzazione.
Check list in due mosse per i revisori
Autore: N.Cavalluzzo, R.Marcello e V.Martignoni
Fonte: Il Sole 24 Ore pag: 22
Prima di accettare o proseguire un incarico di revisione legale dei
conti il revisore deve porre in essere una serie di attività
preliminari. E' chiamato cioè è identificare e valutare i rischi legati
all'incarico. Inoltre, è chiamato ad acquisire una serie di
informazioni sulla società, sull'attività che svolge, sul contesto in
cui opera, sulle voci significative di bilancio, sull'integrità e la
competenza del management della società presso la quale dovrà operare.
Dunque, le fasi caratterizzanti la valutazione dei fattori di rischio
inerenti l'accettazione e il mantenimento di un incarico si focalizzano
sul revisore e la sua organizzazione ma anche sul potenziale cliente.
In caso di sindaci-revisori le regole devono essere declinate prendendo
in considerazione la composizione collegiale e le decisioni assunte con
il parere favorevole della maggioranza dei componenti. Prima di
accettare l'incarico il sindaco-revisore deve accordarsi sulle modalità
organizzative e metodologiche di svolgimento della revisione.
Controlli di qualità, comunicazione scritta a tutto il personale
Autore: N.Cavalluzzo, R.Marcello e V.Martignoni
Fonte: Il Sole 24 Ore pag: 22
Il soggetto incaricato della revisione è tenuto a dotarsi di un sistema
di controllo interno della qualità per verificare il rispetto delle
regole a tutti i livelli della struttura. Per la revisione legale le
norme stabiliscono due piani di controllo e di implementazione di un
sistema di qualità: il controllo interno alla stessa struttura del
revisione legale, che segue i principi 'Isqc Italia 1' e 'Isa Italia
220' e il controllo esterno della qualità, operato per gli enti di
interesse pubblico dalla Consob e per gli enti non di interesse
pubblico dal Mef. Il controllo interno, da comunicare in forma scritta
a tutto il personale, riguarda sia la verifica del sistema di controllo
della qualità messo a punto nelle società di revisione o negli studi
professionali, sia il controllo della qualità fatto dal professionista
nell'ambito dell'incarico di revisione legale. L'attività di controllo
esterna che interessa tutti i revisori iscritti nel Registro, ad oggi
non è ancora avviata, in mancanza del regolamento applicativo da parte
del Mef.
Revoca di condanna estesa alla confisca
Autore: Antonio Iorio
Fonte: Il Sole 24 Ore pag: 23
Se il fatto non è più previsto come reato, il giudice dell'esecuzione
deve cancellare la sentenza di condanna e anche la confisca. A nulla
rileva che la pronuncia sia definitiva e che i beni siano già stati
acquisiti al patrimonio dello Stato. A fornire questo principio,
riferito nella specie alla nuova soglia del delitto di omesso
versamento Iva, è la Corte di cassazione con la sentenza n. 8421
depositata ieri. Un imprenditore veniva condannato per omesso
versamento Iva, in vigenza della soglia di 50mila euro. Veniva
disposta, altresì la confisca dei beni per il valore del tributo evaso.
Dopo l'innalzamento a 250mila euro della soglia il condannato chiedeva
la revoca della sentenza e della confisca, poiché secondo la nuova
norma, il fatto commesso non era più previsto dalla legge come reato.
Il giudice revocava la sentenza penale di condanna mentre per la
confisca respingeva la richiesta perché si trattava di una misura di
sicurezza patrimoniale, priva di natura sanzionatoria. Gli 'ermellini'
sono stati di diverso avviso. Lo Stato non può trattenere beni senza
titolo venuto meno in seguito alla norma abrogatrice.
L'iscrizione a registro crea la responsabilità dell'amministratore
Autore: Antonino Porracciolo
Fonte: Il Sole 24 Ore pag: 23
Con la sentenza n. 24251 dello scorso 29 dicembre il Tribunale di Roma
ha affermato che se la rinuncia alla carica di amministratore non è
stata prontamente iscritta nel registro delle imprese lo stesso
amministratore può essere ritenuto responsabile dei danni nei confronti
dei terzi. Il curatore fallimentare di una Srl ha chiesto la condanna
dell'ex amministratrice della società al pagamento di 287mila euro a
titolo di risarcimento danni causati nella gestione della stessa
società. La convenuta ha dichiarato di essersi dimessa dopo quattro
mesi dall'assunzione dell'incarico aggiungendo di non aver mai avuto
alcun potere nella gestione della società. Il Tribunale ha rilevato che
la cessazione dall'incarico dell'amministratrice, essendo stata
trascritta oltre il termine di 30 giorni previsto per legge, 'non è
opponibile al curatore fallimentare', trattandosi di soggetto 'terzo
rispetto alla compagine sociale'.
Un 'guantometro' stana-evasori
Autore: Laura Ambrosi
Fonte: Il Sole 24 Ore pag: 23
E' legittimo l'accertamento all'odontoiatra fondato sul numero di
guanti monouso acquistati nel corso dell'anno. Il dato potrebbe
indicare compensi non dichiarati. Ad affermarlo è la Corte di
cassazione con l'ordinanza n. 4168 depositata ieri. Nel caso analizzato
le Entrate notificavano un avviso di accertamento fondato sulla
ricostruzione analitico-induttiva dei ricavi. Per l'Ufficio la quantità
dei guanti monouso utilizzati dall'odontoiatra costituiva un indizio
dell'esistenza di prestazioni non fatturate. Il contribuente presentava
ricorso ma invano. Entrambi i giudici di merito ritenevano fondata la
pretesa. Sulla stessa linea la Cassazione. In precedenza i Supremi
giudici avevano ritenuto legittimo l'accertamento fondato sul numero di
tovaglioli utilizzati e dal consumo di acqua minerale.
Mancato recapito, impugnazione dopo 11 giorni
Autore: Rosanna Acierno
Fonte: Il Sole 24 Ore pag: 23
Con l'ordinanza n. 4049, depositata lo scorso 20 febbraio, la Corte di
cassazione ha ribadito che in caso di mancato recapito della
raccomandata contenente l'avviso di accertamento presso l'indirizzo del
contribuente per sua assenza temporanea, i termini di impugnazione
dell'atto impositivo decorrono dall'11° giorno dalla data del rilascio
dell'avviso di giacenza oppure dalla data di ritiro del plico presso
l'ufficio postale, ma solo se anteriore. La notifica di un atto
impositivo si perfeziona, per l'Ente impositore, al momento di
spedizione o di consegna del plico al messo notificatore o all'ufficiale
giudiziario, mentre per il contribuente nel momento in cui lo stesso
abbia la legale conoscenza dell'atto. La pronuncia riguarda un ricorso
proposto da un contribuente avverso la sentenza della Ctr di Palermo
che aveva ritenuto inammissibile l'impugnazione di un atto impositivo
perché effettuata entro 60 giorni a decorrere dalla data di effettivo
ritiro del plico all'ufficio postale, molto tempo dopo la compiuta
giacenza.
Legittima la diversa soglia dell'indebita compensazione
Autore: Paolo Speciale e Andrea Taglioni
Fonte: Il Sole 24 Ore pag: 23
E' costituzionalmente legittima la diversa soglia di punibilità
prevista per il reato di indebita compensazione rispetto a quella per
l'infedele dichiarazione. L'equiparazione delle soglie di punibilità
per il reato di omesso versamento dell'Iva con quelle dell'infedele
dichiarazione, sancito precedentemente dalla Consulta, limitatamente ai
fatti commessi sino al 17 settembre 2011, non può essere applicata al
reato di compensazione non spettante o inesistente, stante
l'eterogeneità delle due fattispecie sia per l'oggetto, sia per la
condotta e anche per l'ambito che intende tutelare. Sono queste le
conclusioni cui è giunta la Corte costituzionale con la sentenza n. 35
depositata ieri, dichiarando non fondate le questioni di legittimità
sollevate dal Tribunale di Busto Arsizio. (Ved. anche Italia Oggi:
'Compensazioni, non si sgarra' - pag. 27)
Non è detraibile l'Iva indebita
Autore: Franco Ricca
Fonte: Italia Oggi pag: 28
La Corte di giustizia Ue, con la sentenza C-628/16 del 21 febbraio
2018, riafferma l'indetraibilità dell'Iva non dovuta. Non è dunque
detraibile l'Iva addebitata indebitamente. Il soggetto passivo a cui
sia stata fatturata l'imposta in relazione ad una cessione non
imponibile può chiederne la restituzione al fornitore, ma non può
vantare il diritto alla detrazione, che spetta solamente per le imposte
dovute. Il soggetto non può neppure invocare la tutela del legittimo
affidamento sulla correttezza della fattura ricevuta, nella quale
l'operazione è qualificata come imponibile, in quanto tale principio
può essere fatto valere solamente con riguardo ai comportamenti della
pubblica amministrazione. A sollevare la questione i giudici austriaci
nell'ambito di una controversia scaturita da due cessioni concatenate,
effettuate con unico trasferimento dei beni dalla Germania all'Austria.
Web tax Ue, i ricavi oltre i 5 mln di euro sono indice di stabile
organizzazione
Autore: Giorgia Pacione Di Bello
Fonte: Italia Oggi pag: 28
Le multinazionali del web devono pagare le imposte nei paesi in cui
producono profitti. Sarà considerata sede della stabile organizzazione,
della società che offre servizi digitali, il paese membro Ue dove
vengono registrati ricavi superiori a 5 milioni di euro l'anno. Poco
importa dove la società digitale ha stabilito la residenza fiscale di
partenza. Questo uno degli emendamenti presenti all'interno del Report
Common corporate tax base presentato ieri e approvato dalla commissione
Affari economici. Approvato anche il Report sul Common consolidated
corporate tax base (Ccctb). La Commissione ha proposto di unificare i
due testi in modo da avviare l'applicazione dal 2020 ed evitare che
passi troppo tempo tra l'introduzione di una base imponibile e il
consolidamento successivo. La Commissione ha anche chiesto che parte
dei proventi derivanti dal Ccctb possano essere utilizzati come risorse
proprie della Ue.
Controlli fiscali, non basta il reddito studi di settore
Autore: Debora Alberici
Fonte: Italia Oggi pag: 28
Non basta al professionista mantenere il reddito dichiarato nell'ambito
degli studi di settore per evitare l'accertamento fiscale. L'Ufficio
può infatti emettere l'atto impositivo anche per un uso notevole di
materiali di consumo, maggiore rispetto al volume d'affari dichiarato.
Ad affermarlo la Corte di cassazione con l'ordinanza n. 4168 del 21
febbraio 2018 che ha respinto il ricorso di un odontoiatra al quale
erano stati contestati ricavi in nero per l'acquisto di guanti monouso
incongruente rispetto al volume d'affari dichiarato. Il professionista
si era difeso sostenendo che il reddito dichiarato rispettava il range
fissato dagli studi di settore. La tesi non ha convinto i giudici
Supremi che hanno condannato il dentista a versare le maggiori imposte.
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