[Notizie_interesse] Notizie di interesse del 19/2/2018

Notizie di interesse Coordinamento Agenzie Fiscali UNSA (SALFi) notizie_interesse a salfi.it
Lun 19 Feb 2018 09:56:37 CET


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19 Febbraio 2018
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Notizie di Interesse
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Affitti brevi, successo al test di rendimento 	
Autore:  Cristiano Dell'Oste e Bianca Lucia Mazzei 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore  pag:  2 	
Dietro il boom degli affitti brevi c'è Internet che facilita l'incontro
tra domanda e offerta. Il portale Airbnb ha visto infatti crescere in
modo esponenziale il numero degli annunci (+53,9% su base annua,
rispetto al 2016). Mancano i dati ufficiali, ma a fronte dei 2,8
milioni di case affittate con contratti 'lunghi', è possibile che una
parte non trascurabile dei 5,4 milioni di case qualificate dalle
Finanze come 'a disposizione' siano locate per brevi periodi nell'anno.
C'è interesse per gli affitti brevi ma occorre essere cauti. Un
alloggio di medie dimensioni in zona semicentrale a Milano, con un
tasso di occupazione del 50% delle notti, può rendere, al netto di
imposte, dai 6.400 ai 10.500 euro all'anno. Per gli affitti 'lunghi' lo
stesso appartamento può rendere 8.700 euro, considerando anche
l'incidenza della morosità. Gli affitti brevi sono economicamente più
interessanti nelle località turistiche e per la loro gestione occorre
fare i conti anche con gli adempimenti burocratici. Confedilizia
suggerisce di prestare attenzione anche alle normative regionali. 	
  	


Con i lavori 'certificati' un mercato per 500mila 	
Autore:  Valeria Uva e Maria Chiara Voci 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore  pag:  4 	
Sono circa mezzo milione i professionisti abilitati a rilasciare i
certificati e i documenti legati ai lavori in casa e le aziende
autorizzate a rilasciare il nulla osta per gli impianti. Dalla Scia
all'Ape sono tanti i documenti da preparare e bisogna affidarsi sempre
a 'tecnici abilitati'. Per i proprietari di immobili non è semplice
individuare il tecnico abilitato. L'Ape, ad esempio, deve essere
redatta da un certificatore energetico. La legge 'riserva' questo
compito a 50 lauree tra specialistiche e magistrali. E le cose si
complicano per le pratiche edilizie come la Scia o il permesso di
costruire. Qui abilitati non sono solo ingegneri e architetti ma anche
i chimici, gli agronomi e i dottori forestali. Mettendo insieme le otto
categorie che hanno competenze anche parziali nel mondo dell'edilizia
si arriva a sfiorare la cifra dei 300mila abilitati. E a questi si
aggiungono i certificatori energetici che in gran parte si
sovrappongono. 	
  	


Indagini Iva, più difese per l'acquirente 	
Autore:  Laura Ambrosi e Antonio Iorio 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore - Norme e Trib.  pag:  17 	
Per gli acquirenti coinvolti in frodi Iva la buona fede, spesso, è la
prova cruciale. In presenza di illeciti Iva commessi dai fornitori di
beni e servizi, il fisco contesta al compratore l'indetraibilità
dell'imposta, nonostante questo sia del tutto estraneo alla frode. La
Cassazione richiede che in tal caso l'acquirente provi la propria buona
fede. Nel corso di Telefisco 2018 la Guardia di finanza ha chiarito che
in queste ipotesi gli elementi raccolti mediante intercettazioni
telefoniche e ambientali potranno essere utili a provare la buona fede.
Manca, tuttavia, un elenco di prove accettate dal Fisco e a nulla
rileva che della violazione il contribuente non abbia tratto alcun
beneficio, anzi ne abbia ricevuto un danno perché versata l'Iva non la
può detrarre e per di più viene sanzionato. 	
  	


Dal lease back ai debiti 'vince' la regola contabile 	
Autore:  Paolo Meneghetti 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore - Norme e Trib.  pag:  18 	
Bilanci. Sul principio di derivazione rafforzata sono utili le
disposizioni contenute nel Dm 3 agosto 2017 e i chiarimenti forniti in
occasione di Telefisco 2018. La derivazione rafforzata si applica, ad
esempio, nei contratti di lease back. La plusvalenza che ne deriva per
aver ceduto il bene strumentale alla società di leasing è iscritta a
conto economico nel momento di realizzo e poi ripartita con la tecnica
dei risconti passivi in base alla durata del contratto di leasing.
L'imputazione di quote annuali di plusvalenza non era mai stata
riconosciuta quale procedura corretta in ambito fiscale, dovendosi
applicare, quale massimo di rateizzazione della stessa plusvalenza, il
quinquennio di cui all'art. 86 del Tuir. Ma con la risoluzione
77/E/2017 l'Agenzia delle Entrate ha cambiato opinione ritenendo che la
quota di plusvalenza imputata a bilancio sia anche quella fiscalmente
rilevante. Il principio di derivazione rafforzata trova applicazione
anche nel caso del bene strumentale consegnato a fine esercizio e nella
valutazione dei crediti/debiti con il criterio del costo ammortizzato. 	
  	


Costi di sponsorizzazione: come si salva la deduzione 	
Autore:  Giorgio Gavelli e Renato Sebastianelli 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore - Norme e Trib.  pag:  19 	
Sono numerose le verifiche fiscali che hanno per oggetto le spese di
sponsorizzazione. Recenti pronunce della Cassazione ritengono inerenti
e congrue le spese di sponsorizzazione sostenute verso le associazioni
sportive dilettantistiche e le società sportive dilettantistiche fino
all'importo annuo di 200mila euro. Ma questo principio spesso è stato
disatteso dal fisco che è solito disconoscere la deducibilità sulla
base della presunta mancanza dei requisiti di inerenza ed economicità
della spesa. L'Agenzia delle Entrate richiede che le spese siano certi,
determinabili nel loro ammontare e inerenti. Ora non spetta più al
contribuente dimostrare l'inerenza e la congruità del costo. Basta che
le associazioni e le società sportive dilettantistiche siano iscritte
al Coni e che i corrispettivi erogati siano destinati alla promozione
dell'immagine o dei prodotti del soggetto sponsor e, infine, che a
fronte dell'erogazione di queste somme ci sia una specifica attività da
parte dell'associazione beneficiaria. 	
  	


Tari, stop alle tariffe senza piano 	
Autore:  Luigi Lovecchio 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore - Norme e Trib.  pag:  20 	
In assenza del documento economico-finanziario sul servizio di gestione
della Tari, la delibera che approva le tariffe è illegittima. Va dunque
annullato l'accertamento emesso in applicazione di tali tariffe. Ad
affermarlo la Commissione tributaria regionale della Campania, nella
sentenza n. 8283/6/2017 depositata il 10 ottobre 2017. La bocciatura,
tuttavia, non determina un vuoto impositivo perché il contribuente è
tenuto ad applicare le tariffe vigenti l'anno precedente. Per
determinare le tariffe della Tari il Comune è tenuto previamente ad
approvare il piano economico finanziario relativo al servizio pubblico
di gestione dei rifiuti, redatto dal gestore del servizio. Il piano
contiene, oltre alla descrizione delle modalità di svolgimento del
servizio, la classificazione dei costi, fissi e variabili, e le
modalità di attribuzione degli stessi alle utenze domestiche e non
domestiche. 	
  	


Il partner della società di revisione evita l'Irap 	
Autore:  Laura Ambrosi 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore - Norme e Trib.  pag:  20 	
Con la sentenza 504/23/2018, depositata lo scorso 6 febbraio, la Ctp di
Milano ha affermato che il partner della società di revisione non è
soggetto all'Irap in quanto svolge un'attività priva di organizzazione
propria, operando all'interno di una struttura terza. Nel caso
analizzato un professionista e socio di una società di revisione
chiedeva il rimborso dell'Irap versata in diversi anni di imposta.
L'Agenzia opponeva il silenzio-rifiuto e il contribuente ricorreva alla
Ctp affermando il proprio diritto alla restituzione del tributo anche
in base al consolidato orientamento giurisprudenziale di legittimità.
Per l'Ufficio era invece rilevante la carica di procuratore speciale
per la gestione dei tirocinanti, carica che secondo l'Agenzia incideva
sul presupposto impositivo. I giudici hanno invece considerato che il
commercialista operava all'interno di una struttura terza posseduta
dalla società. 	
  	


Nell'esercizio provvisorio tocca al curatore pagare Iva e ritenute 	
Autore:  Stefano Mazzocchi 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore - Norme e Trib.  pag:  20 	
Le operazioni poste in essere dopo l'apertura del fallimento sono a
carico del curatore. E ciò anche qualora sia stato disposto l'esercizio
provvisorio dell'impresa. La conseguenza è che a carico del curatore
ricadono tutti gli adempimenti per quanto attiene il debito Iva per le
operazioni attive poste in essere. Sulla base di queste premesse, la
Ctp di Milano, con la sentenza 7160/1/2017 depositata lo scorso 29
dicembre, ha affermato che il curatore non può giustificare l'omesso
versamento dell'Iva incassata durante l'esercizio provvisorio, sulla
base del divieto di ledere la par condicio creditorum. Secondo i
giudici meneghini il pagamento dell'Iva da parte del curatore non
troverebbe un ostacolo nella legge fallimentare. Di conseguenza è
corretta la scelta delle Entrate di far pagare dal curatore l'Iva
incassata e dichiarata nella dichiarazione post-fallimento e relativa
all'esercizio provvisorio. 	
  	


I contenziosi vanno in freezer 	
Autore:  Valerio Stroppa 	
Fonte:  Italia Oggi  pag:  6 	
La sentenza batte sempre la procedura amichevole. E poiché aumentano i
casi di Map (Mutual agreement procedure) aperte dai contribuenti per
risolvere i casi di doppia imposizione, sono in crescita anche i
contenziosi che vengono sospesi dalle commissioni tributarie in attesa
della definizione della controversia a livello internazionale. E'
l'effetto della modifica normativa recata dal Dlgs 156/2015 all'articolo
39 del Dlgs 546/1992. Il quale ora prevede che il processo tributario è
sospeso su richiesta delle parti laddove sia stata iniziata una Map che
si tratti di una procedura avviata ai sensi delle Convenzioni
bilaterali oppure della Convenzione arbitrale in materia di transfer
pricing. Nonostante le differenze esistenti tra i due istituti, resta
impregiudicata la prevalenza della sentenza rispetto all'accordo
eventualmente raggiunto tra l'Agenzia e i 'colleghi' del paese estero. 	
  	


Compensazione orizzontale, crediti spendibili in anticipo 	
Autore:  Franco Ricca 	
Fonte:  Italia Oggi  pag:  8 	
Compensazione orizzontale dei crediti annuali Iva. La presentazione
della dichiarazione già dal 1° febbraio 2018 consente di spendere i
crediti oltre la soglia di 5mila euro dal decimo giorno successivo, e
non più dal giorno 16 del mese successivo. Questa è l'unica novità
positiva in un panorama caratterizzato dal susseguirsi di vincoli e
restrizioni finalizzate a stroncare frodi e abusi. Il credito emergente
dalla dichiarazione annuale Iva 2018 per il 2017, se non richiesto a
rimborso, può essere scomputato dall'imposta dovuta nelle liquidazioni
per l'anno successivo. Questa forma di compensazione, detta 'verticale'
o 'interna', non è soggetta a vincoli o limite. Tuttavia il credito
annuale riportato a nuovo può essere utilizzato anche in compensazione
'orizzontale' o 'esterna', ma la compensazione orizzontale è sottoposta
a vincoli e limiti e non è consentita alla società ed enti non
operativi per i quali l'eccedenza a credito risultante dalla
dichiarazione Iva non è ammessa al rimborso né può costituire oggetto
di compensazione. 	
  	


Appello, sì a documenti tardivi 	
Autore:  Sergio Trovato 	
Fonte:  Italia Oggi  pag:  10 	
La Corte di cassazione, con la sentenza 1963 del 26 gennaio 2018,
rileva le differenze di disciplina tra il rito tributario e quello
ordinario. Il giudice d'appello può motivare la propria decisione
tenendo conto dei documenti prodotti tardivamente nel processo di primo
grado ma a patto che siano stati prodotti nel giudizio di secondo grado
entro il termine perentorio previsto per legge. Non è esclusa, infatti,
la produzione in appello di nuovi documenti. Secondo i giudici di
legittimità, la commissione tributaria regionale 'può fondare la
propria decisione sui documenti tardivamente prodotti in primo grado,
purché acquisiti al fascicolo processuale in quanto tempestivamente e
ritualmente prodotti in sede di gravame'. Il deposito deve avvenire
entro venti giorni prima dell'udienza. 	
  	


Bonus ricerca discrezionale 	
Autore:  Roberto Lenzi 	
Fonte:  Italia Oggi  pag:  11 	
Aumentano gli adempimenti a carico delle imprese per beneficiare del
credito d'imposta R&S. Il Mise, con una circolare del 9 febbraio 2018,
fornisce le linee guida. A carico delle imprese spetta l'onere di
dimostrare che le attività di cui chiedono l'agevolazione 'presentino
effettivi contenuti di ricerca e sviluppo'. Il contributo, inoltre, 'non
ricomprende automaticamente tutte le attività legate in senso ampio al
processo innovativo di un'impresa'. Il beneficiario dovrà predisporre
'un'apposita documentazione concernente l'ammissibilità delle attività
di ricerca e sviluppo svolte, dalle quali risultino gli elementi di
novità che il progetto intende perseguire' e da cui dovrà emergere 'un
apprezzabile e significativo elemento di novità per il mercato'. 	
  	


Tax credit pubblicità selettivo 	
Autore:  Bruno Pagamici 	
Fonte:  Italia Oggi  pag:  12 	
Con una nota del 9 febbraio 2018 il Dipartimento per l'informazione e
l'editoria ha fornito i chiarimenti in sede di prima attuazione del
bonus pubblicità 2017 per gli investimenti incrementali effettuati
sulla stampa, anche online. L'estensione del credito d'imposta al
secondo semestre del 2017, previsto dal collegato alla legge di
Bilancio 2018, non comprende gli investimenti pubblicitari effettuati
sulle emittenti radio-televisive a diffusione locale. Sono escluse
dall'agevolazione anche le spese sostenute per l'acquisto di spazi
destinati a servizi particolari. Per le domande di fruizione, da
presentare con una prenotazione su apposita piattaforma delle Entrate,
verrà aperta una 'finestra temporanea' ampia (potrebbe essere dal 1° al
31 marzo di ogni anno). Limiti di spesa distinti per investimenti sulla
stampa e sulle emittenti radio-televisive. 	
  	


Buoni pasto, costi deducibili con il criterio di competenza 	
Autore:  Giovanni Valcarenghi e Raffaele Pellino 	
Fonte:  Italia Oggi  pag:  20 	
Dallo scorso 9 settembre il legislatore ha previsto la possibilità di
utilizzare i buoni pasto anche per l'acquisto di prodotti alimentari
presso supermercati e mercati contadini ma fino a otto buoni cumulati.
Gli stessi buoni possono essere utilizzati dai dipendenti anche in
agriturismi e spacci aziendali. I ticket non sono cedibili né
commercializzabili o convertibili in denaro e sono utilizzabili solo
dal titolare esclusivamente per l'intero valore facciale. Ma non è
chiaro se questo limite si intende su base 'giornaliera' ovvero per
singola 'operazione'. L'interpretazione letterale della norma induce a
considerare la seconda soluzione in quanto non vi è alcun cenno a un
periodo specifico entro cui spendere i ticket. E' chiaro che
dell'utilizzo improprio dei buoni da parte del dipendente non risponde
il datore di lavoro, vincolato solo alla corretta distribuzione degli
stessi. 	
  	


Confsal-Unsa Coordinamento Agenzie Fiscali Salfi - Via Nazionale 243
00184 Roma 
Telefono 06 4819507 Fax 4874618 
Email salfi a confsal-unsa.it Pec unsasalfi a pec.it 
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