[Notizie_interesse] Notizie di interesse del 12/2/2018

Notizie di interesse Coordinamento Agenzie Fiscali UNSA (SALFi) notizie_interesse a salfi.it
Lun 12 Feb 2018 10:22:58 CET


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12 Febbraio 2018
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Notizie di Interesse
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Minitasse da Sofia a Budapest Aliquote zero sui gruppi tedeschi 	
Autore:  Federico Fubini 	
Fonte:  Corriere della Sera  pag:  9 	
Ungheria, Bulgaria e Repubblica Ceca sono i nuovi paradisi fiscali. Qui
le grandi imprese pagano imposte con aliquote 'zero virgola'. Ma non
doveva andare così. La Ue somiglia sempre più a un club nel quale la
concorrenza fiscale fra governi cede il passo a una sorda lotta a chi
riesce a offrire i maggiori favori ritagliati su misura per poche
grandi multinazionali, regolarmente a spese dei propri cittadini e dei
posti di lavoro negli altri Paesi dell'area. Paradisi fiscali oramai
non sono più quelle individuati dal G20 o dal Fmi. La lista non si
esaurisce con Olanda e Irlanda che hanno ritagliato trattamenti su
misura per Amazon, Apple e Google. L'elusione sta assumendo dimensioni
senza precedenti anche in altre zone della Ue, soprattutto nei
territori orientali. Dalla Bulgaria all'Ungheria emerge un modello
imperniato su basse tasse ufficiali per grandi gruppi esteri e imprese
vicine ai governi. 	
  	


Il fisco recupera a colpi di lettere 	
Autore:  Marco Mobili e Giovanni Parente 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore  pag:  2 	
La compliance portata avanti con le lettere ha fatto crescere di quasi
tre volte il recupero delle Entrate (dai 500 milioni del 2016 a 1,3
miliardi del 2017). La crescita del numero di alert preventivi è
ascrivibile anche ai nuovi adempimenti, come le comunicazioni
trimestrali dei dati delle liquidazioni Iva e dei dati fatture
(spesometro): sono state, infatti, il 44% dei quasi 1,5 milioni di
lettere spedite lo scorso anno. Del resto, nella lotta all'evasione
l'Iva gioca un ruolo importante. La differenza tra l'Iva versata e
quella potenziale è ancora elevata: il 26,4% secondo l'ultima relazione
del Mef. Su 35 miliardi complessivi sfuggiti al Fisco nel 2015, sono
8,4 i miliardi di mancati versamenti. Anche per il futuro si punta
sugli alert e sulla chance per il contribuente offerta dal ravvedimento
operoso. Il piano prevede un incremento del 10% per ciascuna annualità
dal 2018 al 2020 dei versamenti spontanei 'sollecitati' con le lettere
di compliance. 	
  	


Redditometro e 'studi' in declino silenzioso 	
Autore:  Cristiano Dell'Oste 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore  pag:  3 	
Redditometro e studi di settore un tempo considerati come strumenti
anti sommerso, oggi sono declassati - nella migliore delle ipotesi - ad
arnesi complementari. La Corte dei conti ha evidenziato che nel 2016
gli accertamenti da redditometro sono stati 2.812, per circa 2 milioni
di euro di esiti finanziari. Una miseria rispetto ai 19 miliardi evasi
nello stesso anno. Lo strumento è finito in disuso perché i funzionari
del Fisco hanno ritenuto più efficienti altri strumenti in quanto
dotati di procedure più snelle o caratterizzati da modalità di
accertamento sintetico. Sconta sicuramente il fatto di partire da dati
noti per arrivare a ricostruire un dato ignoto e per di più attraverso
consumi medi. Gli studi di settore gravano su 3,3 milioni di imprese e
professionisti. E lo faranno ancora per quest'anno in attesa che
vengano messi a punto i nuovi Indici sintetici di affidabilità fiscale.
I piani dicono che dal prossimo 1°gennaio il passaggio sarà completo e
gli studi verranno finalmente archiviati. 	
  	


Conti e libretti: i controlli entreranno nel vivo 	
Autore:  Valentina Maglione 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore  pag:  3 	
Per combattere l'evasione l'Agenzia delle Entrate punta sull'archivio
dei rapporti finanziari. E lo fa spinta dalla Corte dei conti che nella
sua relazione dello scorso luglio ha segnalato il 'chiaro sottoutilizzo'
della mole di informazioni comunicate dalle banche e dagli altri
operatori finanziari del Fisco. Si tratta dei dati sull'apertura e
chiusura dei rapporti finanziari, ma anche delle informazioni sui saldi
e i movimenti di conto correnti, conti di deposito, rapporti fiduciari,
carte di credito ecc.. Dati che l'Agenzia avrebbe dovuto sfruttare per
predisporre 'liste selettive' di contribuenti a maggior rischio di
evasione. Ma fino allo scorso luglio nulla è accaduto dicono i
magistrati contabili. Ora le Entrate provano a mettere l'archivio dei
rapporti finanziari al servizio delle finalità per cui era stato
pensato. Tanto che la sua sperimentazione è finita tra gli strumenti
chiave per la lotta all'evasione nel pianto 2018-2020 presentato dalle
Entrate. Quest'anno la lente del fisco punta le persone fisiche, nel
2019 quelle giuridiche. 	
  	


Per 200mila enti non profit scatta l'obbligo del bilancio 	
Autore:  Valentina Melis 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore  pag:  4 	
La riforma del Terzo settore ha introdotto l'obbligo del bilancio per
le organizzazioni non profit che a partire dai conti relativi al 2017
sono chiamate a redigere un prospetto con regole differenziate in base
alle dimensioni. Le compagini più grandi, con entrate oltre 220mila
euro all'anno, devono redigere un bilancio di esercizio vero e proprio
composto da: stato patrimoniale, rendiconto finanziario e relazione di
missione. Le organizzazioni più piccole possono optare, invece, per un
bilancio 'semplificato' ovvero un 'rendiconto finanziario per cassa'.
Sono oltre 300mila le organizzazioni non profit in Italia, il 90% è
costituito da enti minori con incassi più contenuti. Sono fuori dal
nuovo obbligo le associazioni sportive dilettantistiche iscritte al
Coni. Entreranno invece nella disciplina del Codice del terzo settore
le organizzazioni che decideranno di iscriversi al Registro unico (non
ancora costituito) cambiando regime fiscale. 	
  	


Bonus solo per le eco-caldaie 	
Autore:  Marco Zandonà 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore  pag:  6 	
Dallo scorso 1° gennaio l'agevolazione al 65% per l'installazione di
caldaie a condensazione riguarda solo gli interventi accompagnati
dall'installazione di termostati 'evoluti'. Negli altri casi il bonus
scende al 50%. E' quanto prevede la manovra 2018. Le modifiche che
interessano sia i condomini che le unità immobiliari, hanno riguardato
soprattutto le percentuali detraibili. Non è cambiato nulla, invece,
per quanto concerne gli adempimenti che consentono di fruire dello
sconto. Le caldaie con classe inferiore alla A non possono più godere
dell'ecobonus (65%) ma la sostituzione può comunque beneficiare della
detrazione Irpef del 50% prevista per le ristrutturazioni edilizie. E'
bene ricordare che dal 2019 l'agevolazione è destinata a scendere al
36%. 	
  	


Sconti confermati per i pannelli solari 	
Autore:  Marco Zandonà 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore  pag:  6 	
Anche per il 2018 l'installazione di pannelli solari termici per la
produzione di acqua calda sanitaria beneficia dell'agevolazione al 65%
sino ad un importo massimo di 60mila euro. Per accedere alla detrazione
fiscale collegata alla posa di pannelli solari termici è necessario che
gli stessi siano garantiti per almeno 5 anni e che gli accessori e i
componenti elettrici ed elettronici siano garantiti per almeno due
anni. Inoltre i pannelli solari devono essere conformi alle norme Uni
della Ue. Oltre all'asseverazione di un tecnico abilitato, chi richiede
la detrazione deve anche inviare all'Enea, entro 90 giorni dalla fine
dei lavori, una scheda informativa semplificata sull'intervento
realizzato. 	
  	


Più certezze sui costi aziendali inerenti 	
Autore:  Dario Deotto 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore - Norme e Trib.  pag:  17 	
Con una pronuncia 'storica' (ordinanza n. 450/2018) la cassazione
intende mettere fine ad un equivoco che per anni si è verificato nella
determinazione del reddito d'impresa. L'intento dei giudici è quello di
superare le letture precedenti, anche delle Entrate, che confondevano
pertinenza ed entità delle spese. L'inerenza identifica il necessario
collegamento che vi deve essere tra un componente economico e l'attività
esercitata da parte dell'imprenditore. Il giudizio di inerenza deve
riguardare sia poste positive che negative di reddito, anche se, le
maggiori problematiche riguardano i componenti negativi. In definitiva
l'inerenza rappresenta una sorta di pre-requisito in base al quale
devono essere fatti confluire nella determinazione del reddito
solamente quei componenti economici che hanno un collegamento con
l'attività esercitata. L'ordinanza finalmente afferma che l'inerenza
non è disciplinata dall'art. 109, comma 5, del Tuir. La conseguenza è
che anche gli interessi passivi pagati da soggetti Ires possono essere
ammessi in deduzione soltanto se inerenti. 	
  	


Uso promiscuo, non basta la brandina 	
Autore:  Antonio Iorio 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore - Norme e Trib.  pag:  18 	
Verifiche. Serve l'autorizzazione del Procuratore della Repubblica per
accedere ai locali abiti oltre che ad attività professionale anche ad
abitazione. Per essere considerato 'promiscuo' l'immobile deve essere
destinato dal contribuente a centro effettivo della vita intima e
privata propria e familiare. Nel corso di Telefisco 2018 la Guardia di
Finanza ha chiarito che nell'autorizzazione non è necessaria una
motivazione specifica. L'autorizzazione ha carattere amministrativo; il
pm deve solo verificare che il controllo fiscale sia svolto in un luogo
utilizzato 'promiscuamente'. Secondo le Fiamme gialle è insufficiente
la mera predisposizione di alcuni vani o spazi dell'immobile per il
saltuario pernottamento e/o la consumazione dei pasti, finalizzata
all'uso promiscuo che sussiste, invece, solo in caso di effettiva
destinazione di un certo luogo allo svolgimento di attività rientranti
nella sfera privata e intima del soggetto e della sua famiglia. 	
  	


Detrazione Iva a prova di 'reverse' 	
Autore:  M. Balzanelli, M.Sirri e R.Zavatta 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore - Norme e Trib.  pag:  19 	
Detrazioni Iva. Difficile il raccordo tra le regole contenute nella
circolare 1/E/2018 e le ipotesi di inversione contabile. Nel caso di
acquisto intraUe di beni spediti a dicembre 2017, il momento
d'effettuazione coincide con l'inizio della spedizione o del trasporto
dallo Stato Ue di partenza. Ma, ai fini dell'esigibilità la disciplina
interna prevede l'integrazione della fattura estesa e la sua
annotazione nel registro delle vendite, evidenziando il debito Iva, e
nel registro degli acquisti ai fini della detrazione. Fondamentale è
dunque la disponibilità della fattura, tanto che il sistema prevede un
correttivo quando il documento non è ricevuto entro la fine del secondo
mese successivo a quello d'effettuazione dell'acquisto
intracomunitario. Nell'esempio espresso se la fattura è stata ricevuta
a gennaio, l'acquirente nazionale deve provvedere alla sua integrazione
con applicazione dell'imposta e alla successiva annotazione del
documento nel registro Iva a vendite entro il 15 febbraio. L'imposta è
esigibile in gennaio. Se la fattura non arriva entro febbraio opera
l'art. 46, comma 5, dl 331/93. 	
  	


Salvi gli errori sui crediti non usati 	
Autore:  Marco Ligrani 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore - Norme e Trib.  pag:  20 	
E' illegittima l'iscrizione a ruolo del maggior credito riportato per
errore in dichiarazione se non ci sono state conseguenze per le casse
dello Stato. Il contribuente non aveva chiesto il rimborso e gli
importi non erano rientrati nella compensazione. Anche la Suprema corte
condivide la tesi della Ctr di Napoli che ha annullato la cartella di
pagamento emessa a seguito di un controllo formale di una dichiarazione
Iva, con cui una curatela fallimentare aveva, erroneamente, esposto un
credito maggiore di quello effettivo. Secondo i giudici Supremi l'errore
materiale non giustifica il recupero. A maggior ragione se l'errore
viene corretto nel processo. 	
  	


Sede in Lussemburgo, l'assenza di addetti non la rende fittizia 	
Autore:  Laura Ambrosi 	
Fonte:  Il Sole 24 Ore - Norme e Trib.  pag:  20 	
L'imprenditore è libero di stabilire la sede della propria attività. Ma
questo non vale se si tratta di una sede fittizia. Ad affermarlo la Ctp
di Reggio Emilia con la sentenza 2/2/2018 depositata lo scorso 20
gennaio. Nel caso analizzato una società con sede a Lussemburgo
ricorreva dinanzi al giudice tributario contro gli avvisi di
accertamento emessi dalle Entrate. Per l'ufficio l'attività era
'esterovestita' e aveva sede in Lussemburgo solo per i vantaggi fiscali
determinati dalla tassazione locale. La società, nel ricorso, eccepiva
la violazione della libertà di stabilimento della sede, previsto dal
Trattato Ue. I giudici tributari di primo grado hanno ritenuto fondata
l'eccezione. L'imprenditore è libero di collocare le proprie strutture
dove meglio crede, l'eventuale vantaggio fiscale non è indebito solo
perché vengono sfruttate le opportunità offerte dal mercato, ma lo
diventa se è ottenuto attraverso situazioni non corrispondenti alla
realtà. 	
  	


L'Iva non dovuta non è più un handicap per i contribuenti 	
Autore:  Franco Ricca 	
Fonte:  Italia Oggi  pag:  8 	
La legge europea 2017 e la manovra di Bilancio 2018 hanno ridotto il
rischio che l'Iva fatturata indebitamente dal fornitore venga
trattenuta dall'erario e rimanga a carico dei contribuenti. E' stata
infatti meglio regolata la possibilità di ottenere dalle Entrate la
restituzione del tributo non dovuto ed è stata prevista, in
alternativa, la detraibilità dello stesso tributo da parte del
cessionario/committente. Le nuove disposizioni non possono però essere
applicate in caso di frode. Il primo punto cardine del 'principio di
cartolarità' (direttiva Iva) stabilisce che chi indica l'imposta in
fattura è tenuto comunque a versarla all'erario, anche se non vi
corrisponde un'operazione imponibile. Tuttavia, se il soggetto è in
buona fede, deve avere la possibilità di rettificare la fattura. La
buona fede non è richiesta se è stato eliminato qualsiasi rischio di
perdita di gettito. 	
  	


La rettifica al ribasso è revoca 	
Autore:  Sergio Trovato 	
Fonte:  Italia Oggi  pag:  10 	
Se il fisco modifica in diminuzione un avviso di accertamento non si è
in presenza di un nuovo atto impositivo, ma di una revoca parziale di
quello precedente. Non trattandosi di un nuovo accertamento tributario,
il provvedimento di rettifica non è autonomamente impugnabile. Il
parziale accoglimento delle ragioni del contribuente da parte del fisco
non determina la cessata materia del contendere e non fa venir meno
l'interesse alla contestazione dell'atto. Al giudice spetta il compito
di valutare la fondatezza della minore pretesa impositiva. E' quanto
chiarito dalla Corte di cassazione con la sentenza n. 2246 dello scorso
30 gennaio. 	
  	


Iperammortamento, sì ai cambi 	
Autore:  Sandro Cerato 	
Fonte:  Italia Oggi  pag:  11 	
Anche dopo la cessione del bene l'impresa può continuare a beneficiare
della deduzione dell'iperammortamento ma a condizione che nello stesso
periodo d'imposta acquisti un bene nuovo aventi analoghe
caratteristiche e che vi sia l'interconnessione con il sistema
aziendale. E' quanto chiarito dall'Agenzia delle Entrate in merito
all'agevolazione prorogata dalla legge di Bilancio 2018 per l'anno in
corso e per il 2019, a condizione che entro il 31 dicembre 2018 venga
eseguito il pagamento di un acconto pari al 20% del costo e sia
confermato l'ordine. Oltre a confermare il bonus per il 2018, la
manovra ha introdotto un meccanismo che consente alle imprese di
continuare a dedurre l'iperammortamento al 150% anche successivamente
alla cessione del bene. In merito all'iperammortamento residuo il
calcolo va eseguito sul costo del bene ceduto e imputato lungo la
durata residua dell'ammortamento dello stesso. 	
  	


R&S con distinguo 	
Autore:  Roberto Lenzi 	
Fonte:  Italia Oggi  pag:  12 	
La Corte di cassazione dedica l'ordinanza n. 30172/2017 al credito
d'imposta Ricerca e sviluppo ed afferma che non è recuperabile se non
viene inserito nella dichiarazione dei redditi. La pronuncia ha buttato
nel panico le imprese che hanno presentato la dichiarazione dei redditi
per il 2015 e 2016 seguendo le istruzioni della circolare n. 13/E/2017.
Ossia presentando una integrativa per accedere al beneficio. Con
l'ordinanza i giudici di legittimità hanno chiarito che non è possibile
recuperare il bonus R&S in caso di omessa indicazione del credito
d'imposta nello specifico quadro della dichiarazione dei redditi.
Sempre l'ordinanza sostiene che non si applica il principio di
emendabilità e l'impresa non può intervenire presentando un'istanza di
rimborso o una dichiarazione integrativa. 	
  	


Cts, nuovo fisco al via dal 2020 	
Autore:  Alessandro Mazzullo 	
Fonte:  Italia Oggi  pag:  13 	
L'Agenzia delle Entrate interviene sul regime transitorio a cui sono
soggetti gli enti del Terzo settore e precisa che il rinnovato regime
fiscale per le organizzazioni non profit sarà presuntivamente in vigore
solo a partire dal 1°gennaio 2020. I chiarimenti seguono la risoluzione
n. 158/E del 21 dicembre 2017 e la lettera direttoriale della direzione
generale del terzo settore e della responsabilità sociale del min.
Lavoro. A queste precisazioni vanno aggiunte quelle fornite dal
legislatore con l'art. 5-sexies del dl 16 ottobre 2017 n. 148,
convertito nella legge n. 172/2017. Tra i chiarimenti forniti, viene
chiarito il momento di entrata in vigore ed effettiva applicazione
delle nuove norme di carattere fiscale. Salvo alcune eccezioni, le
nuove misure decorreranno dal periodo d'imposta successivo a quello di
operatività del Registro (2019) e all'autorizzazione dell'Unione
europea. 	
  	


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