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<TR>
<TD>
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<IMG id="ridImg" src="http://www.salfi.it/metaping/salfi-notizie/salfi-header1.jpg" border="0" align="center" width="650" >
<div style="position:absolute; top: 32px; right: 24px; color:#009900; font-family: Arial; font-weight: bold; font-size: 12px;">14 Marzo 2018</div>
</div>
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<div style="width:540px; margin-left: 30px; position: relative; margin-top: 40px; border-bottom:1px solid #343399;">
<SPAN style="color:#88888d; font-family: Times New Roman; font-weight: bold; font-size: 24px; line-height: 63px;">Notizie di Interesse</SPAN>
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</div>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>A Bruxelles Padoan evoca l'instabilità Di Maio: è un avvelenatore di pozzi</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
I.C.
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Corriere della Sera</b>
pag:
11
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
A Bruxelles temono che le costose promesse elettorali di M5S e Lega possano procurare lo sfondamento dei vincoli Ue di bilancio con conseguenze negative per la zona euro. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, al termine dell'Ecofin, ha detto che non sa cosa succederà in Italia, confermando le preoccupazioni dei colleghi. Di Maio ha definito Padoan 'irresponsabile' per il suo 'non so' sul futuro dell'Italia che ha considerato 'quasi una provocazione, come a dire che, ora che vado all'opposizione, avveleno i pozzi'. Il leader pentastellato ha confermato la promessa del reddito di cittadinanza, ma ha precisato che il superamento dei vincoli Ue intende discuterlo a Bruxelles per 'rivedere i parametri per gli investimenti'. Anche Salvini ha rilanciato la sua flat tax al 15% e 'se serve ignoreremo il tetto del 3%' aggiungendo di voler contrattare con Bruxelles per rispettare le esigenze italiane. I maxi tagli di tasse e i maggiori costi delle pensioni prospettate da Salvini preoccupano Bruxelles. (Ved. anche Il Sole 24 Ore: 'Per la Ue Italia elemento di incertezza' - pag. 12)
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Bene modificato, serve una nuova perizia</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Carla Bellieni e Benedetto Santacroce
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
21
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Gli incentivi fiscali di Industria 4.0 chiedono regole chiare. E' quanto emerso ieri, a Milano, nel corso di un convegno con i dirigenti del ministero dello Sviluppo economico e dei funzionari dell'Agenzia delle Entrate. L'incontro ha consentito di affrontare questioni ancora incerte. Relazioni tra modalità e tempi di effettuazione degli investimenti rispetto alla finestra temporale qualificante, vincoli di composizione e modalità di rendicontazione nel caso di beni costruiti in economia o in modalità 'mista', limiti di responsabilità dell'attivo del perito/attentatore così come dell'organo amministrativo delle imprese beneficiarie circa le valutazioni di congruità o gli aspetti contabili, fiscali e contrattuali, spettanza del beneficio in relazione a beni fisicamente situati all'estero, cumulabilità delle misure con altri benefici. Tra i chiarimenti anche quelli relativi al rapporto tra le modalità di acquisto del bene oggetto di iper ammortamento e ambito temporale dell'agevolazione, da intendersi come finestra temporale di spettanza e non di fruizione dei benefici.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Turnover nella black list della Ue</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Antonio Della Carità e Marco Piazza
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
22
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Il Consiglio dell'Ecofin tenutosi ieri a Bruxelles è di nuovo intervenuto sulla black list delle giurisdizioni non cooperative. Dopo gli impegni presi escono dalla lista nera per entrare in quella 'grigia' dei Paesi sottoposti a osservazione Bahrain, Isole Marshall e Santa Lucia. Alla lista grigia si aggiungono anche quattro delle otto giurisdizioni dei Caraibi che a causa degli uragani del 2017 avevano beneficiato di un termine più lungo per replicare alle osservazioni eccepite dal gruppo 'Codice di condotta'. Si tratta di Anguilla, Antigua e Barbuda, Isole Vergini britanniche e Dominica, che si sono impegnate a rafforzare le carenze individuate nei propri sistemi fiscali. Entrano, invece, nella black list Bahamas, Saint Kitts e Nevis e le Isole Vergini statunitensi mentre le Isole Turks e Caicos avranno tempo fino al 31 marzo per decidere se affrontare o meno le problematiche fiscali riscontrate in sede europea. Lo scorso 23 gennaio i ministri delle Finanze Ue avevano rimosso otto Paesi dalla lista nera tra cui Panama. (Ved. anche Italia Oggi: 'Paesi non cooperativi, aggiornate le liste Ue' - pag. 34)
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Pianificazione fiscale, stretta sui consulenti</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Giacomo Albano
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
22
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Ieri l'Ecofin ha approvato la bozza di una direttiva che rafforza la trasparenza a carico dei consulenti fiscali che forniscono assistenza in operazioni a rischio. Lo schema prevede degli obblighi di comunicazione in capo agli intermediari che intervengono nell'ambito di schemi di pianificazione fiscale aggressiva. Gli Stati membri dovranno recepire la direttiva entro il 31 dicembre 2019 e adattarne le norme interne prevedendo specifiche sanzioni in capo agli intermediari inadempienti. L'obiettivo è applicare le nuove previsioni dal 1° luglio 2020. Il documento riconosce che gli schemi di pianificazione fiscale aggressiva si evolvono nel tempo. Per questo, anziché definire una nozione di 'pianificazione fiscale aggressiva', il documento contiene un elenco delle relative caratteristiche ('hallmarks'). (Ved. anche Italia Oggi: 'Ue, consulenti fiscali trasparenti' - pag. 34)
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Bitcoin con alert antiriciclaggio</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Alessandro Galimberti
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
23
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
In caso di acquisto di un immobile pagato con moneta virtuale (bitcoin) il Notariato suggerisce la segnalazione antiriciclaggio. Rispondendo al quesito di un professionista il Notariato prende dunque posizione sul tema delicatissimo della definizione delle cripto valute e su quello ancora più sensibile della tracciabilità dei pagamenti in bitcoin. A far propendere il professionista verso un comportamento prudenziale è il sostanziale anonimato dell'operazione e l'effettiva impossibilità di identificare il beneficiario della transazione. Per i notai il pagamento in cripto valute va segnalato all'Uif. Le banche centrali devono soppesare con cautela le implicazioni per la stabilità finanziaria e la politica monetaria derivanti dall'emissione di proprie monete digitali per la clientela retail. Anche se le valute emesse dalle banche centrali potrebbero rendere in futuro più efficienti gli scambi di Securities e del mercato dei cambi. (Ved. anche Italia Oggi: 'Pagamenti in bitcoin sospetti' - pag. 31)
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Il sisma bonus spetta anche sulle abitazioni locate da imprese</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Marco Zandonà
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
23
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
L'Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 22/E del 12 marzo 2018, ha chiarito che il sisma bonus si applica anche per gli interventi antisismici eseguiti su immobili residenziali e a destinazione produttiva posseduti da società e destinati alla locazione. L'agevolazione prevede la possibilità di detrarre da Irpef e Ires le spese sostenute, fino a un massimo di 96mila euro per ciascuna unità immobiliare, per gli interventi di messa in sicurezza statica di abitazioni e immobili a destinazione produttiva, situati in zone ad alta pericolosità sismica. Il recupero avviene in cinque anni in sede di dichiarazione dei redditi. La percentuale di detrazione è del 50% per gli interventi antisismici su parti strutturali, ma sale al 70% se l'intervento riduce il rischio sismico di una classe e all'80% se le classi sono due. Tali percentuali di detrazione sono aumentate del 5% se gli interventi interessano i condomini. La legge 232/2016 ha riconosciuto l'estensione del sisma bonus a tutti i tipi di abitazione, dunque non solo alle prime case. L'agevolazione interessa anche agli immobili destinati alla locazione.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Il contribuente ha ragione? Rettifica più alta</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Giovanni Parente
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
23
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Con la sentenza 8853/16/2017 la Ctp di Catania ha accolto parzialmente il ricorso presentato da un contribuente ma ha aumentato il maggior imponibile per l'anno 2017 che da 7.349 euro è salito a 82.300 euro. Il risultato è paradossale perché a un parziale riconoscimento delle ragioni del contribuente sarebbe dovuto corrispondere una riduzione del maggior reddito d'impresa. Anche l'anno d'imposta 2016 era finito sotto la lente del fisco ma un diverso collegio della Ctp Catania lo aveva annullato. Contro la pronuncia del 2017 anche l'Agenzia delle Entrate ha presentato appello. Ora si attende il verdetto della Ctr Sicilia per vedere se l'accertamento originario di 7.349 euro di maggior imponibile verrà confermato.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>La crisi di liquidità non esonera dall'Iva</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Rosanna Acierno
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
25
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
La Terza sezione penale della Cassazione conferma l'orientamento in base al quale l'omesso versamento dell'Iva è giustificabile solo in caso di forza maggiore cioè quando deriva da fatti non imputabili all'imprenditore. Con la sentenza n. 11035 depositata ieri i giudici di legittimità sostengono, pertanto, che è irrilevante la c.d. 'crisi di liquidità' del debitore poiché sullo stesso grava l'obbligo di accantonare le risorse necessarie per l'adempimento tributario e, comunque, di adottare tutte le iniziative utili alla corresponsione del tributo. La pronuncia conferma l'orientamento espresso in precedenti sentenze di legittimità. Dunque, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni chiunque non versa, entro il termine stabilito, l'Iva dovuta in base alla dichiarazione annuale, per un ammontare superiore a 250mila euro per ciascun periodo d'imposta.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>False fatture, nei gruppi fari sulle controllate</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Laura Ambrosi e Antonio Iorio
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
25
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
La Corte di cassazione, con la sentenza n. 11034 depositata ieri, ha chiarito che in caso di false fatturazioni tra società dello stesso gruppo in regime di consolidato fiscale si commettono comunque i delitti di emissione ed utilizzo in dichiarazione di documenti per operazioni inesistenti. Ciò in quanto ai fini penali in caso di raggruppamenti con reddito unificato rilevano le singole dichiarazioni delle imprese consolidate e non quella di gruppo. Secondo i giudici del Palazzaccio la circostanza che la società emittente e quella utilizzatrice fossero in regime di consolidato ai fini delle imposte sui redditi, comporta soltanto sul piano fiscale la determinazione di un reddito complessivo corrispondente alla somma algebrica dei redditi delle singole società. Non è esclusa la dichiarazione fraudolenta, in quanto inficiata da elementi passivi fittizi in capo ad una società, e l'emissione di false fatture nei confronti dell'altra che si perfeziona a prescindere dall'effettivo utilizzo dei terzi di tali documenti. (Ved. anche Italia Oggi: 'Nel consolidato il reato è doppio' - pag. 35)
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Integrativa in ordine sparso</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Duilio Liburdi e Massimiliano Sironi
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
32
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
La giurisprudenza di legittimità va in ordine sparso sulle dichiarazioni integrative a favore del contribuente per la valutazione della differenza tra errore e volontà del contribuente stesso di rinunciare ad un vantaggio. Inoltre, laddove l'errore venga fatto valere a fronte di una maggiore pretesa erariale, il contenzioso non potrà essere la sede nella quale richiedere un rimborso sempre derivante dall'errore originario. Sono alcune questioni emerse in Cassazione in tema di dichiarazioni integrative a favore del contribuente successivamente alla modifica normativa apportata dal dl 193/2016 all'articolo 2 Dpr 322/98. Con la sentenza n. 5728/2018 la Corte ha affermato che la possibilità di correggere la dichiarazione in sede contenziosa deve limitarsi all'ipotesi in cui il contribuente deve contrastare una pretesa erariale che non si sarebbe verificata in caso di dichiarazione corretta. Tale limite preclude la possibilità, invece, di richiedere anche il rimborso di una imposta.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Fusioni molto neutrali</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Alberto Fuccio e Raffaele Villa
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
33
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Neutralità fiscale della fusione tra comparti del medesimo Oicvm (Organismi di investimento collettivo in valori mobiliari) al pari della fusione tra diversi Oicvm. Con risposta ad interpello prot. N. 954-1726/2017, comunicata lo scorso 26 febbraio, l'Agenzia delle Entrate ha confermato la neutralità fiscale, in capo agli investitori fiscalmente residenti in Italia, di talune vicende modificative del patrimonio di Oicvm multicomparto di tipo aperto istituiti in Irlanda, gestiti dall'istante e soggetti alla disciplina della direttiva Ucits IV 2009/65/CE. La fattispecie riguardava diverse operazioni di fusione: la fusione di tutti i comparti di un Oicvm irlandese; la fusione di alcuni comparti di un Oicvm irlandese in altri comparti del medesimo Oicvm.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Prima casa a tempo</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Emilio De Santis
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
33
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Benefici 'prima casa'. La Corte di cassazione, con l'ordinanza n. 4591/2018, afferma che la causa di forza maggiore come ad esempio l'occupazione dell'immobile ad opera di terzi, che impedisce all'acquirente di trasferire la residenza nell'immobile acquistato entro i 18 mesi dal rogito, deve sorgere successivamente al rogito stesso, pena la decadenza dai benefici. I giudici del Palazzaccio hanno accolto il ricorso presentato dall'Agenzia delle Entrate contro la sentenza della Ctr Campania n. 13/2013.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>La doppia sanzione è legittima</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Angelo Ginex
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
35
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Via libera alla doppia sanzione. Non viola il ne bis in idem la celebrazione di un processo penale e l'irrogazione della relativa sanzione, nei confronti di chi sia già stato sanzionato in via definitiva dall'Amministrazione finanziaria con una sovrattassa, purché sussista tra i due procedimenti una connessione materiale e temporale sufficientemente stretta. E' quanto si desume dalla pronuncia della Corte costituzionale 2 marzo 2018 n. 43. Il principio è conforme al recente orientamento espresso dalla Corte europea dei diritti dell'Uomo con sentenza 15 novembre 2016, A e B c. Norvegia. Secondo il nuovo orientamento il doppio binario sanzionatorio è ammissibile qualora sia dimostrata una connessione materiale tra i due procedimenti, dovendo essi perseguire scopi complementari. Tuttavia per i giudici non è da escludere che il divieto del ne bis in idem si imponga di nuovo sia nell'ambito di illeciti tributari che in altri settori dell'ordinamento.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Bancarotta con paletti</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Debora Alberici
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
35
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Rischia una condanna per bancarotta l'imprenditore che trasferisce il ramo d'azienda avente ad oggetto i fattori produttivi che rappresentano una posta attiva del bilancio. Ad affermarlo la Corte di cassazione con la sentenza n. 11053 del 3 marzo 2018. I giudici hanno accolto uno dei ricorsi presentato da un imprenditore che insieme alla madre e al padre era finito nel mirino degli inquirenti con l'accusa di bancarotta documentale e per distrazione. La tesi della difesa ha fatto breccia tra i giudici di Piazza Cavour.
</font>
</td></tr>
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