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<TR>
<TD>
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<div style="position:absolute; top: 32px; right: 24px; color:#009900; font-family: Arial; font-weight: bold; font-size: 12px;">13 Febbraio 2018</div>
</div>
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<div style="width:540px; margin-left: 30px; position: relative; margin-top: 40px; border-bottom:1px solid #343399;">
<SPAN style="color:#88888d; font-family: Times New Roman; font-weight: bold; font-size: 24px; line-height: 63px;">Notizie di Interesse</SPAN>
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</div>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Moscovici: multe ai paradisi fiscali Ue</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Ivo Caizzi
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Corriere della Sera</b>
pag:
26
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Il commissario Ue per gli Affari economici e la Fiscalità, Pierre Moscovici, ha annunciato che nelle prossime settimane l'Unione europea valuterà l'introduzione di sanzioni per i paradisi fiscali inclusi nella 'Lista nera' comunitaria. Con questa iniziativa Bruxelles intende ridare credibilità alla 'Lista nera', colpita da molte critiche dopo aver incluso meno Paesi delle aspettative ed essere stata quasi dimezzata poco dopo l'istituzione. Non solo, la conseguenza è stata l'aumento dei paradisi fiscali inclusi nella 'Lista grigia' dove si accede promettendo di mettersi in regola con gli standard internazionali di trasparenza anti-evasione delle tasse. Moscovici ha proposto inoltre che i fondi del bilancio della Ue o delle banche pubbliche europee non transitino più per i circuiti finanziari dei Paesi considerati paradisi fiscali.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Bollette a 28 giorni, alt del Tar ma niente rimborsi ai clienti</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Maria Elena Zanini
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Corriere della Sera</b>
pag:
27
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Ieri il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi di Vodafone e Wind che di fatto sospendono l'obbligo di rimborsare i clienti per le bollette a 28 giorni emesse dal 23 giugno 2017. L'autorità aveva disposto che gli operatori tornassero alla bolletta a 30 giorni a partire da quella data. Entro la fine di febbraio il tribunale si esprimerà anche sui ricorsi di Telecom e Fastweb. Parallelamente il Tar ha respinto i ricorsi dei principali gruppi di tlc sulla fatturazione a 28 giorni: quella corretta, è a 30 giorni. Ma attenzione, il costo finale per l'utente non cambia: a partire dal 5 aprile potrebbe semplicemente essere 'spalmato' su un minor numero di scadenze, aumentando così la cifra mensile da pagare. Prosegue intanto il piano di scorporo della rete di Telecom Italia. Per l'amministratore delegato Amos Genish con lo scorporo della Rete non cambierebbe l'impatto sull'occupazione. (Ved. anche Il Sole 24 Ore: 'Bollette a 28 giorni, stop ai rimborsi' - pag. 12)
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>'Manovre e finanziarie, la Babele fiscale dei 10 mila commi'</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Isidoro Trovato
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Corriere della Sera</b>
pag:
28
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
In nove anni, dal 2008 al 2017, sono state emanate dieci leggi di Bilancio. Ma non sono bastate per la tenuta dei conti pubblici. La conseguenza è stata l'approvazione di ben 22 manovre correttive. Poi ci sono le riforme fiscali. L'ultima è del 2014 per la quale sono stati emananti 11 decreti legislativi di attuazione. Una vera e propria Babele fiscale delle cui disfunzioni si tratterà oggi a Roma in occasione degli Stati generali dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. La situazione che si è venuta a creare - dice il presidente del Cndcec, Massimo Miani - ha raggiunto un livello di guardia tale che, in più di una circostanza, contribuente e professionista, nel loro rapporto con il Fisco e la Pa, hanno la sensazione di essere trattati più come sudditi che come cittadini di uno Stato di diritto. E' complesso lavorare in un ginepraio di norme difficili da gestire e interpretare. L'auspicio è che la legislazione in materia fiscale torni a mettere al centro i principi dello Statuto del contribuente. (Ved. anche Il Sole 24 Ore: 'Il labirinto del Fisco: 58mila pagine di istruzioni dal 2008' - pag. 20 e Italia Oggi: 'La Babele del sistema fiscale italiano' - pag. 33)
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Le Province dovevano scomparire Arriva la tassa per finanziarle</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Lorenzo Salvia
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Corriere della Sera</b>
pag:
29
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
La tassa per le Province, di cui non si parla, mette d'accordo tutti i partiti. Approvata all'unanimità. Senza dirlo in giro. Il 18 gennaio si è riunita la Commissione sul federalismo fiscale; con il via libera dei parlamentari di tutti i gruppi, è stata approvata la relazione semestrale che alla pagina 23 affronta il caso Province. Non si parla espressamente di tassa ma di 'fonte di finanziamento stabile e definitiva'. E poco cambia se, invece di creare una nuova tassa, si pescasse dall'incasso di una che già esiste. Scampate all'abolizione con il no al referendum le Province si occupano ancora di 130mila chilometri di strade e 6 mila edifici scolastici. Lasciare senza soldi un pezzo dello Stato forse è stato un errore. Lo si ammette in un paragrafetto a pag. 23.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Credito R&S sui software innovativi</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Emanuele Reich e Franco Vernassa
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
19
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Con una circolare il Mise fornisce importanti indicazioni di carattere sistematico riguardanti le attività di sviluppo di software e la relativa documentazione di supporto al fine di chiarire le ipotesi in cui esse sono ammissibili al credito d'imposta per ricerca e sviluppo. Il documento ricorda che le innovazioni legate al software, inteso quale prodotto finale, sono classificabili nell'ambito delle attività di sviluppo sperimentale, ove aventi un effettivo contenuto di R&S. Affinché un progetto per lo sviluppo di un software venga classificato come R&S, la sua esecuzione deve dipendere da un progresso scientifico e/o tecnologico, e lo scopo del progetto deve essere la risoluzione di un problema scientifico o tecnologico su base sistematica. Un progetto che abbia per oggetto il potenziamento di un programma esistente può essere classificato come R&S se produce un avanzamento scientifico o tecnologico che si traduce in un aumento dello stock di conoscenza. Le attività di sviluppo di routine non sono agevolabili.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Nello spesometro confermate le semplificazioni</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Alessandro Caputo e Gian Paolo Tosoni
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
19
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Anche per il 2018, nella trasmissione dei dati delle bollette doganali, il dato relativo al Paese di origine potrà essere sostituito dalla sigla 'OO' e quello della partita Iva del fornitore estero con una sequenza di undici '9'. Già nel primo invio dello spesometro si era posto il problema di come trasmettere i dati delle bollette doganali in quanto, solitamente, in contabilità si inserisce l'anagrafica 'bolletta doganale' a fronte del fornitore senza indicare i suoi dati, richiesti nella compilazione dello spesometro. La risoluzione 87/E/2017 aveva stabilito l'obbligo di compilazione dei campi 'Identificativo Paese' e 'Identificativo Fiscale' del cedente/prestatore. Il Dl 148/2017 ha previsto una riduzione dei dati da trasmettere, limitando l'obbligo ai soli dati essenziali. Distributori automatici: dal 2018 è diventata obbligatoria la trasmissione dei dati per i distributori senza porta di comunicazione mentre per quelli che ne erano già dotati, l'obbligo è in vigore dal mese di aprile 2017.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Fisco con 'sportello autotutela'</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Federica Micardi
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
20
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Chi è in difficoltà di fronte a una pretesa ritenuta ingiusta del Fisco può rivolgersi al Garante del contribuente che è un organismo gratuito al servizio di cittadini e imprese a dire il vero ancora poco conosciuto. Con il ricorso al Garante del contribuente si cerca una soluzione extragiudiziale della controversia. La risposta all'istanza arriva entro 30 giorni. Il Garante ha un ruolo di mediatore ma, in via ufficiosa, fa anche il consulente. Fallita la mediazione del Garante resta aperta la via giudiziale. Da una indagine è emerso che nel 2017 sono state 6.910 le istanze ricevute dai garanti del contribuente. Il maggior numero è stato presentato in Puglia con 1.405 istanze. I dati sono minimi se confrontati con il numero di cause presentate alle Commissioni tributarie.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Lista Falciani indizio valido</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Laura Ambrosi
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
21
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Gli elementi contenuti nella lista Falciani bastano per un intervento del Fisco a patto, tuttavia, che l'indizio sia grave e preciso, ovvero caratterizzato dall'alta valenza probabilistica connessa alla provenienza interna dei dati bancari. A confermare questo orientamento la Corte di cassazione con l'ordinanza n. 3276 di ieri. I giudici di merito ritenevano infondata la presunzione di maggior reddito contestata a un contribuente presente nella lista Falciani. I giudici di legittimità hanno accolto il ricorso dell'Ufficio ritenendo errate le conclusioni della Ctr in quanto lontane dal principio di legittimità, per cui anche un solo indizio può giustificare la pretesa fiscale, se grave e preciso, ovvero dotato dall'alta valenza probabilistica connessa alla provenienza interna dei dati bancari. (Ved. anche Italia Oggi: 'Alle Entrate basta la sola lista Falciani' - pag. 27)
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Prima gli stipendi, poi le tasse</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Debora Alberici
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
26
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Dietrofront della Cassazione. Con la sentenza n. 6737 del 12 febbraio 2018 i giudici di legittimità hanno assolto un imprenditore che ha privilegiato il pagamento degli stipendi dei propri dipendenti al pagamento di ritenute e imposte. La Corte prende dunque atto degli effetti della crisi finanziaria e afferma che non c'è dolo se l'impresa paga gli stipendi a 200 famiglie e poi pensa alle ritenute. La vicenda riguarda un'azienda di Brescia caduta in una grave crisi finanziaria fra il 2009 e il 2010. Il vecchio amministratore aveva passato le consegne al nuovo manager che si era ritrovato a scegliere tra gli stipendi ai dipendenti e le tasse da versare.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Aperte 512 mila partite Iva</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
-
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
27
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
I dati del Mef evidenziano che nel 2017 sono state aperte circa 512mila nuove partite Iva. Rispetto al 2016 i numeri registrano un incremento dell'1,2%. Il 70% delle partite Iva è stato aperto da persone fisiche, il 24% da società di capitali e solo il 4,8% da società di persone. Rispetto al 2016 le società di capitali mostrano un incremento di avviamenti del 7,3% mentre le persone fisiche sono sostanzialmente stabili (-0,2%) e le società di persone risultano in calo (-8,1%). In merito alla ripartizione territoriale, il 42,5% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 22,3% al Centro e quasi il 35% al Sud e Isole. I maggiori incrementi, rispetto al 2016, si sono registrati in Valle d'Aosta (+9,4%), Sicilia (+7,8%) e Marche (+5%). Le flessioni più significative in Basilicata (-8,3%), Molise (-6,9%) e Calabria (-6%).
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Immobili, verifiche sul luogo</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Giuseppe D'Amico
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
28
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
E' insufficiente, perché privo di valore legale, il solo ricorso ai valori dell'Osservatorio del mercato immobiliare (Omi). L'accertamento di valore di un immobile o di un terreno non può basarsi esclusivamente su valori statistici, in caso contrario l'atto è nullo. Ad affermarlo è la Corte di cassazione con la sentenza n. 30163 del 15 dicembre 2017. Gli Uffici sono tenuti ad eseguire in loco ispezioni o perizie tecniche in grado di dimostrare l'effettivo scostamento tra il valore dichiarato e quello venale commerciale. Nel caso analizzato dagli 'ermellini' l'Ufficio aveva rettificato il valore di quattro vendite di terreni unicamente in base alle medie statistiche elaborate dall'Agenzia del territorio.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Patent box, ritornano i marchi</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Francesco Spurio
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
29
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 6 febbraio il decreto ministeriale del 28 novembre 2017 che potrebbe riportare i marchi tra i beni agevolabili. Esclusi dall'alveo dei beni immateriali agevolabili ad opera della manovrina di primavera, i marchi complementari con istanze presentate entro il 31 dicembre 2016 potrebbero rientrare. Sarà necessario comunque aggiornare la circolare 11/E/2016 che forniva i primi chiarimenti in tema di Patent box.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Paradisi fiscali in Europa, Austria favorisce le multinazionali</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Giorgia Pacione Di Bello
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
29
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Secondo un settimanale tedesco, tutte le multinazionali che hanno una società figlia in Austria evadono le tasse, con il consenso del governo locale. 19 multinazionali sono state suddivise in tre gruppi. Il primo è il club che evade di più. Tra questi troviamo: Starbucks che ha pagato 40mila euro al posto che un milione, Magna 50mila euro al posto di 21 milioni, Coca-Cola, Novartis 0,3 milioni di euro invece che 49 milioni di euro e Unilever che si fissa a quota 1 milione al posto di 11 milioni. Nel secondo gruppo figurano le multinazionali in incognito. Sono le società che non hanno pubblicato alcun dato fiscale sulle loro società figlie austriache. Il terzo gruppo è costituito dalle multinazionali più diligenti, quelle che hanno pagato più tasse.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<div style="position: relative; background-color: #343399; color:white; width: 96%; height: 93px; padding-left: 27px; padding-top: 28px; font-size:11px; font-family: Arial;">
<b>Confsal-Unsa Coordinamento Agenzie Fiscali Salfi</b> - Via Nazionale 243 00184 Roma <br />
Telefono 06 4819507 Fax 4874618 <br />
Email <a style="text-decoration:none; color: white;" href="mailto:salfi@confsal-unsa.it">salfi@confsal-unsa.it</a> Pec <a style="text-decoration:none; color: white;" href="mailto:unsasalfi@pec.it">unsasalfi@pec.it</a> <br />
Sito internet <a style="text-decoration:none; color: white;" href="http://coordinamento.salfi.it" target="_blank">coordinamento.salfi.it</a>
</div>
</TD>
</TR>
</TABLE>
</body>
</html>