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<TR>
<TD>
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<div style="position:absolute; top: 32px; right: 24px; color:#009900; font-family: Arial; font-weight: bold; font-size: 12px;">9 Febbraio 2018</div>
</div>
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<div style="width:540px; margin-left: 30px; position: relative; margin-top: 40px; border-bottom:1px solid #343399;">
<SPAN style="color:#88888d; font-family: Times New Roman; font-weight: bold; font-size: 24px; line-height: 63px;">Notizie di Interesse</SPAN>
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</div>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Calenda: l'industria 4.0 cresce a livelli cinesi Tassa sui robot? Suicida</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Rita Querzé
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Corriere della Sera</b>
pag:
40
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
A Torino il Governo fa il punto sull'attuazione del piano per la digitalizzazione delle imprese. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, spiega il modo di procedere. Si punta - dice - 'sul lavoro congiunto con le parti sociali e sul monitoraggio continuo delle misure'. Numeri alla mano Calenda ha mostrato i successi di impresa 4.0. Gli investimenti legati a super e iper ammortamento sono cresciuti nel 2017 dell'11% rispetto all'anno passato. Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia invita il Paese a dare battaglia, 'altrimenti la Francia diventerà il secondo Paese industriale' scansando l'Italia dal posto che attualmente ricopre. I sindacati con la leader della Cgil Susanna Camusso chiedono un sistema di distribuzione della ricchezza prodotta che premi i salari. (Ved. anche Il Sole 24 Ore: 'Lavoro 4.0, al via quattro imprese su 10' e 'Salvini: tassare i robot Calenda: un suicidio' - pag. 2)
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Mezzogiorno e Pmi le aree ancora critiche</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
C.Fo.
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
2
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Impresa 4.0. Finora piccole imprese e aziende meridionali sembrano aver beneficiato meno del 'dividendo' degli incentivi rispetto alle grandi e medie imprese e al Centro-Nord. L'Istat ha chiesto al 67% di imprese manifatturiere che hanno investito nel 2017 se ritengono molto o abbastanza rilevanti ai fini degli investimenti i vari incentivi disponibili. Oltre il 60% ha dato un giudizio positivo sul superammortamento, quasi il 50% sull'iperammortamento, il 40% sul credito di imposta per la ricerca, circa il 25% sulla Nuova Sabatini. In caso di iperammortamento e bonus ricerca, però, il dato si abbassa considerevolmente se ci si limita alle Pmi. Un calo si nota anche relativamente alla percezione delle aziende meridionali su super e iperammortamento. Secondo la Svimez solo l'8% delle risorse del piano Industria 4.0 è andato al Sud.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Dividendi 2017 con prelievo incerto</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Marco Piazza
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
15
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Gli utili deliberati entro dicembre e incassati nel 2018 rischiano di essere tassati al 26% e non con il vecchio regime Irpef. Questo, a causa di una lacuna nel regime transitorio introdotto dalla manovra 2018. Se n'è discusso durante Telefisco. A riguardo è atteso un chiarimento dell'Agenzia delle Entrate. L'art. 1, comma 1005, della legge di Bilancio stabilisce che l'estensione del campo d'applicazione della ritenuta d'imposta del 26% agli utili percepiti da persone fisiche su partecipazioni qualificate opera per quelli percepiti dal 1°gennaio 2018. Per le distribuzioni di dividendi prodotti fino al 31 dicembre 2017, ma deliberati dal 1°gennaio 2018 al 31 dicembre 2022, si continuano ad applicare le disposizioni precedenti con il concorso dell'utile all'imponibile in misura variabile a seconda dell'anno di formazione dello stesso. La sospensione del nuovo regime opera solo per i dividendi deliberati dal 2018 e non per quelli deliberati prima. Il paradosso è che per questi ultimi si applica la nuova tassazione con imposta sostitutiva invece del vecchio regime. (Ved. anche Italia Oggi: 'Dividendi, tasse al 26%' - pag. 30)
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Niente risposte ultrarapide alle richieste dei verificatori</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Antonio Zappi
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
15
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Controlli. Il Fisco non può pretendere risposte immediate dai contribuenti sottoposti a controllo né consegna istantanea dei documenti aziendali. In merito agli obblighi di comportamento del contribuente in corso di verifica, a Telefisco 2018 la Guardia di Finanza ha chiarito che al di fuori degli inviti, in relazione ai quali il contribuente dispone almeno 15 giorni di tempo, non è previsto un termine legale entro cui rispondere alle richieste dei verificatori. Nell'ottica di leale collaborazione e reciproca fiducia, il termine andrà stabilito caso per caso, di concerto con il contribuente, tenendo conto di una serie di fattori. Se le risposte del contribuente arrivano con ritardo o viene chiesto un differimento per la consegna della documentazione, il comportamento non costituisce necessariamente ostruzione o reticenza.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Stop all'accertamento sprint dopo l'accesso in azienda</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Laura Ambrosi
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
15
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Con la sentenza n. 3060/2018, depositata ieri, la Corte di cassazione ha precisato che è illegittimo l'accertamento a tavolino emesso prima dei 60 giorni se c'è stato l'avvio dell'attività istruttoria per il reperimento dei documenti con accesso presso la sede. Ogni volta, infatti che i verificatori accedono nei locali aziendali sono tenuti a rispettare le garanzie previste dallo Statuto del contribuente. Nel caso analizzato gli uomini del fisco erano entrati nella sede di una società chiedendo la documentazione necessaria per un controllo fiscale. I documenti erano stati consegnati nei giorni successivi.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Obbligo di e-fattura verso l'ok Ue</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Alessandro Mastromatteo e Benedetto Santacroce
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
16
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
La Commissione europea propone al Consiglio di approvare la deroga alla direttiva Iva che consente all'Italia di introdurre la fattura elettronica obbligatoria nei rapporti tra soggetti passivi e nei confronti dei consumatori finali. Il via libera conferirebbe anche la piena parità tra fatture elettroniche e cartacee. In attesa dell'approvazione è stato comunque imposto, con decorrenza 1°gennaio 2019, l'obbligo generalizzato di emissione di fattura elettronica tra soggetti passivi Iva, residenti, stabiliti o identificati in Italia nonché verso i consumatori finali. Obbligo anticipato al 1°luglio 2018 per le cessioni di benzina o di gasolio destinati ad essere usati come carburanti per motori e per i subappalti della Pa. Nessun obbligo di emissione di fatture elettroniche è imposto ai soggetti passivi che beneficiano della franchigia per le piccole imprese. La deroga, che viene concessa per semplificare le attività di riscossione dell'Iva o evitare operazioni di elusione o evasione fiscale, è riconosciuta per 3 anni e mezzo, dal 1°luglio 2018 al 31 dicembre 2021.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Tari, finto debutto dei costi standard</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Gianni Trovati
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
16
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Tari. I costi standard debuttano ma solo sulla carta. Ad evidenziarlo le istruzioni del Mef. La norma impone di determinare la tassa rifiuti tenendo conto degli standard chiamati a individuare il 'prezzo giusto' del servizio, per evitare che una gestione inefficiente gonfi il conto su cittadini e imprese con costi non dovuti. La Tari deve assicurare una 'copertura integrale' del corso del servizio, ma se quest'ultima voce è libera la tariffa cresce in proporzione dove il servizio è meno efficiente. L'ultima legge di Bilancio ha dimenticato di prorogare il 'congelamento' degli standard, sollevando molti dubbi tra gli enti locali. La soluzione offerta dalle istruzioni ministeriali è semplice: gli standard rimangono una variabile di cui tener conto in modo generico, per 'valutare l'andamento della gestione del servizio rifiuti'. Inoltre è volontario e cambia da regione a regione. Scende in Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna; cresce in Campania, Abruzzo e Lazio. (Ved. anche Italia Oggi: 'Tari con fabbisogni standard' - pag. 26)
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Demolire e ricostruire, spiraglio sul sisma bonus</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Saverio Fossati
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
18
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Al convegno Odcec di Avezzano la Dre Abruzzo apre uno spiraglio sulla possibilità di sfruttare il sisma bonus. All'interrogativo se il sisma bonus sia una detrazione diversa da quella per il recupero edilizio la risposta è stata negativa: la risoluzione 147/2017 ha chiarito che l'intervento di recupero edilizio che prevede anche lavori antisismici va considerato un unico intervento di recupero. Con conseguente detrazione in cinque anni sino all'85% della spesa; ma 'se invece le spese sono fatturate diversamente per diversi interventi si possono avere le due detrazioni separate', il che è una scelta obbligata quando gli importi dei diversi lavori superino, se cumulati, il tetto previsto per il sisma bonus. La Dre Emilia Romagna ha negato la possibilità di beneficiare del sisma bonus sulle spese per lavori di demolizione-ricostruzione perché il sisma-bonus si applica solo con un intervento su strutture esistenti e non può riguardare la costruzione di nuovi edifici.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Affitti concordati con 'visto'</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Sa.Fo.
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Il Sole 24 Ore</b>
pag:
18
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Affitti a canone concordato. Serve il timbro delle associazioni di proprietà o inquilinato per la cedolare al 10%. Lo ha chiarito il ministero delle Infrastrutture. L'obbligatorietà dell'attestazione fonda i suoi presupposti sulla necessità di documentare alla pubblica amministrazione, sia a livello centrale che comunale, la sussistenza di tutti gli elementi utili ad accertare sia i contenuti dell'accordo locale che i presupposti per accedere alle agevolazioni fiscali, sia statali che comunali. Ne consegue - dice il Mit - che in caso di accertamento del fisco occorrerà esibire l'attestazione che può essere data dall'associazione di proprietari o di inquilini.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Espropriazione forzata, Equitalia può intervenire</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Debora Alberici
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
24
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Equitalia può intervenire nel giudizio di espropriazione forzata contro il contribuente. Ciò, a prescindere dalla notificazione della cartella di pagamento. La cosa essenziale è la presenza del ruolo. Con la sentenza n. 3021 di ieri la Corte di cassazione ha rigettato il ricorso di un contribuente e confermato il verdetto espresso dalla Corte d'appello di Milano la quale ha sancito che in tema di espropriazione forzata, presupposto dell'intervento dei creditori nella procedura è l'esistenza di un titolo esecutivo, non la notificazione di esso né la intimazione di un precetto.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Riscossione, difesa in famiglia</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Claudia Marinozzi
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
25
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Nella circolare interna n. 13/2017 l'Agenzia delle Entrate-Riscossione assicura uniformità di comportamenti nel processo tributario. Gli atti della riscossione recanti pretese derivanti dall'attività dell'Amministrazione finanziaria saranno gestiti dai funzionari dell'Agenzia delle Entrate. I funzionari delle Entrate tratteranno dunque gli atti dell'ex Equitalia. I contenziosi aventi ad oggetto atti della riscossione che riguardano pretese dell'Agenzia delle Entrate saranno gestiti da quest'ultima che agirà nel proprio interesse ma difenderà anche l'attività dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione sulla base delle linee di difesa che saranno da questa comunicate. Resteranno però ferme e distinte le responsabilità dei due enti per le attività e i vizi eventuali imputabili a ciascuno di essi.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<table style="border-bottom: dotted 1px black;" width="92%" border="0" cellspacing="3" cellpadding="3" bgcolor="#FFFFFF" align="center">
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#303498">
<b>Iva sulle consulenze finanziarie</b>
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Autore: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
Valerio Stroppa
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="Arial" size="2" color="#666666">
<b>Fonte: </b>
</font>
<font face="Arial" size="2">
<b>Italia Oggi</b>
pag:
27
</font>
</td>
</tr>
<tr>
<td>
<font face="verdana" size="2">
Torna applicabile il regime di imponibilità Iva sui consigli personalizzati in materia di investimenti. Le commissioni percepite da una società che invia ai propri clienti raccomandazioni personalizzate sui titoli da comprare o vendere non rientrano nel regime di esenzione previsto dall'art 10 del Dpr 633/1972. Ciò in quanto mancando ogni rapporto economico con gli intermediari coinvolti nelle operazioni eventualmente effettuate dal cliente, non sussiste alcun servizio di negoziazione. A chiarirlo è l'Agenzia delle Entrate in risposta a un'istanza di interpello formulata da una sim milanese.
</font>
</td></tr>
<tr style="border-bottom: dotted 1px black;">
<td>
</td>
</tr>
</table>
<br><br>
</TD>
</TR>
<TR>
<TD>
<div style="position: relative; background-color: #343399; color:white; width: 96%; height: 93px; padding-left: 27px; padding-top: 28px; font-size:11px; font-family: Arial;">
<b>Confsal-Unsa Coordinamento Agenzie Fiscali Salfi</b> - Via Nazionale 243 00184 Roma <br />
Telefono 06 4819507 Fax 4874618 <br />
Email <a style="text-decoration:none; color: white;" href="mailto:salfi@confsal-unsa.it">salfi@confsal-unsa.it</a> Pec <a style="text-decoration:none; color: white;" href="mailto:unsasalfi@pec.it">unsasalfi@pec.it</a> <br />
Sito internet <a style="text-decoration:none; color: white;" href="http://coordinamento.salfi.it" target="_blank">coordinamento.salfi.it</a>
</div>
</TD>
</TR>
</TABLE>
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</html>