[Notizie_interesse] CONFSAL - AUDIZIONE SENATO PUBBLICO IMPIEGO

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Mer 10 Apr 2019 18:55:53 CEST


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Comunicato stampa

 

 

CONFSAL: AUDIZIONE IN SENATO PER IL MIGLIORAMENTO DELLA P.A.

 

 

Roma, 9.04.2019. La Confsal in sede di audizione al Senato della Repubblica
sul DDL n. 1122 recante “Deleghe al Governo per il miglioramento della
Pubblica Amministrazione”, ha espresso la propria posizione rivendicando
prioritariamente lo stanziamento di risorse adeguate per i rinnovi
contrattuali 2019 – 2021.

In merito al DDL n. 1122, ritenendo non necessario un ulteriore intervento
di “riforma” sul lavoro pubblico, ha espresso la propria contrarietà sulla
visione da cui parte il Governo ovvero l’assunto, errato, che il “problema”
siano i lavoratori pubblici; nel contempo rilevando che ancora una volta non
si prende in considerazione l’ipotesi della necessità di “semplificare” la
montagna di norme che sottendono al lavoro pubblico e di intervenire sui
modelli organizzativi.

E che da tale assunto si muova, nei confronti dei lavoratori pubblici, un
processo/progetto punitivo; nulla di quanto si propone pone l’accento su
processi collaborativi. È prevalente, se non assoluto, il pensiero che dalla
sola “competizione” possano esserci risultati migliori; una tesi, già
proposta in passato, che non ha funzionato e sarà destinata al fallimento
considerando in particolare lo stato attuale degli organici, dove si sconta
una prolungata carenza di personale alla quale si sommano le uscite naturali
(vedasi età media del personale) e l’effetto delle uscite per “Quota 100”:
carenze alle quali non si riuscirà a dare copertura adeguata nonostante le
previste assunzioni.

Questa, e per i prossimi anni, sarà la condizione di operatività nelle
amministrazioni pubbliche: meno personale per fornire più servizi ed in
questo contesto che sarebbe più utile spingere sulla “collaborazione”
anziché sulla “competizione”.

Nello specifico abbiamo illustrato le seguenti considerazioni:

1)   Sull’articolo 3: “Merito e premialità”

a.   Dalla incisività con la quale si intende operare sui sistemi di
misurazione e valutazione riteniamo si deprima il ruolo dei Contratti
Collettivi Nazionali di Lavoro, e chiediamo che per meriti e premialità le
Amministrazioni intervengano con risorse proprie (reperibili nelle entrate
delle singole Amministrazioni) senza incidere sulle risorse economiche già
destinate alla Contrattazione collettiva nazionale e integrativa; e, per
quest’ultima, chiediamo vengano abrogate le norme che impongono dei limiti
all’entità delle risorse economiche.

b.   Relativamente alle progressioni di carriera e alla differenziazione
della retribuzione accessoria non si contesta lo spirito della
differenziazione, ma considerando le norme vigenti già abbastanza stringenti
saremmo disponibili solo se l’intenzione del legislatore fosse quella di
aprire a nuove opportunità, altrimenti sarebbe preferibile non toccare
niente.

2)   Sull’articolo 4: “Riordino disciplina della dirigenza”

a.   Apprezziamo la previsione di intervenire affinché vi siano concorsi
riservati al personale dipendente. Realisticamente ci vorrà del tempo e in
attesa che questo sia pianificato, riteniamo opportuno, oggi, un intervento
di impatto utile a coprire le notevoli carenze di organico con la
conclusione dei concorsi in essere e con l’attivazione immediata di concorsi
che tengano conto di esperienze già fatte e di incarichi rivestiti, e delle
valutazioni, negli ultimi dieci anni;

b.   Determinare sostanzialmente per legge il trattamento retributivo dei
dirigenti vanifica totalmente i CCNL di riferimento e questo porta diritti
verso la “pubblicizzazione” del loro rapporto di lavoro in antitesi con il
“ruolo manageriale” che si sbandiera.

3)   Sull’articolo 5: “Mobilità del personale” 

a.   Facilitare i processi di mobilità del personale, anche attraverso
l’eliminazione del preventivo nulla osta delle Amministrazioni, è un
auspicio che condividiamo; potrebbe essere utile indicare una tempistica
entro la quale concludere il processo garantendo certezze al dipendente e
alle Amministrazioni il modo di organizzarsi;

b.   Relativamente al personale messo in “disponibilità” particolare
attenzione occorre porre in merito alle proposte di ricollocazione affinché
non diventino “pretestuose” ai fini della risoluzione del rapporto di
lavoro;

c.    Ben venga l’apertura anche al personale non dirigenziale di poter
vivere, nell’arco del rapporto di lavoro come dipendente pubblico, una
esperienza nel settore privato.

4)   Sull’articolo 6: “In materia di contrattazione collettiva”

a.   Esprimiamo un grande timore su una nuova definizione degli ambiti di
intervento della legge e della contrattazione collettiva; è latente il
rischio che si spinga verso una ripubblicizzazione del rapporto di lavoro
svuotando ruolo e prerogative dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro
sulla regolamentazione e gestione del rapporto di lavoro e sui trattamenti
economici;

b.   Buona occasione sarebbe questa per equiparare il lavoro pubblico ai
settori privati, ad esempio iniziando ad applicare anche ai dipendenti
pubblici la stessa normativa sul salario accessorio prevista per i settori
privati in tema di defiscalizzazione, così come sarebbe un grande passo
abrogare l’attuale normativa sul posticipo e la rateizzazione dei
Trattamenti di Fine Servizio comunque denominati;

c.    Un intervento di indirizzo che invece noi auspichiamo sarebbe di
intervenire, a modifica e integrazione, sul Dlgs 165/2001 nella parte che
obbliga i CCNL, in merito alla classificazione del personale, ad istituire
almeno tre aree introducendo l’Area Quadri; in similitudine con quanto già
esiste per i settori privati e lasciando ai CCNL la individuazione dei
destinatari e il loro trattamento economico eliminando quanto si è fino ad
oggi prodotto, unilateralmente per legge, in tema di attribuzione di
incarichi specifici.

 

 

Il Segretario Generale

Angelo Raffaele Margiotta

 



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